Partenza alla 3.00 di venerdì mattina (in realtà le 3.30... qualcuno era in ritardo), salutati i genitori e saliti sul nostro pullman firmato Bakery, ci dirigiamo verso l'aeroporto di Bergamo, dove il volo delle 6.30 per Copenaghen ci aspetta.

3 istruttori, 11 atleti e 7 “tifosi” armati di bagaglio a mano, sacco a pelo e un po' di timore per la nuova avventura, arriviamo a Copenaghen alle 8.30; cambiamo i pochi soldi che ci siamo portati, consegniamo i bagagli all'organizzazione e partiamo alla scoperta della città (abbiamo tempo, giochiamo alle 19,15).

Prendiamo la Metropolitana che dall'aeroporto ci porta in centro, temperatura bassa e tanto vento ci accompagnano durante la visita; prima destinazione “La Sirenetta”, simbolo della città, selfie di rito e ripartiamo, affamati, verso il centro storico; ci imbattiamo casualmente nel cambio della guardia degli alloggi dei reali Danesi, sempre bello vedere cose nuove. La fame aumenta sempre di più, non solo, i ragazzi iniziano a sentire il freddo pungente: decidiamo di ripararci per mangiare qualcosa; sazi e riscaldati ripartiamo verso la “City Hall”, la piazza principale. Passiamo attraverso la via pedonale più lunga d'Europa costellata da centinaia di negozi di tutti i generi; finito il primo giro turistico andiamo alla ricerca del nostro alloggio, dobbiamo andare a Sud, verso l'aeroporto.

Con un po' di fatica, arriviamo nel luogo indicato, la palestra di Kastrup, gli organizzatori del torneo ci danno il benvenuto, ci consegnano le chiavi e ci accompagnano a vedere la nostra sistemazione ; ci portano alla scuola situata a poche centinaia di metri, dandoci le chiavi della classe 20, apriamo e troviamo una tipica classe di scuola elementare, istruzioni: 14 materassi da gonfiare, libertà di spostare e arredare la classe e riassettare tutto una volta in partenza. Diamo una prima pulita, gonfiamo a fatica i materassini e con calma disponiamo i banchi e le sedie in posizioni “strategiche” per poi utilizzarli come comodini o armadi.

Organizzata la nostra stanza è ora di cambiarsi e di andare a giocare il primo match contro Glostrup. Entriamo in palestra, rimaniamo a bocca aperta, 3 campi da basket (rigorosamente in parquet), gradinate colme di ragazzi, palloni ovunque, tutti che si prepara alla partita a bordo campo, spogliatoi, mensa e alla fine di un lungo corridoio un altro campo da gioco che farebbe invidia al 90% delle palestre in cui giochiamo regolarmente (anche questo in parquet).

Iniziamo la partita, loro grandi e grossi ragazzi danesi, contro la banda bassotti piacentina, risultato: partita in perfetto equilibrio per metà tempo, poi la stanchezza della giornata prede il sopravvento e perdiamo amaramente, ma i ragazzi sono contenti e carichi per le partite del giorno dopo; tutti a nanna per ricaricare le batterie che il giorno dopo si gioca alle 8.15 (sì, di mattina).

Sveglia alle 6.30, colazione rapida e via a giocare contro Horsholm 79ers, fotocopia della prima partita, sul finale ha prevalso l'esperienza e la determinazione, poco tempo per riposarci e alle 10.30 ci aspettano le bestie di Horsholm, sconfitta pesante, loro sono veramente di un altro mondo rispetto a noi, ma i nostri ragazzi sono sempre più contenti dell'esperienza e sul campo alcuni piccoli miglioramenti si iniziano a vedere. Purtroppo primo turno finito, con il risultato di ultimi nel girone, ma poco importa perchè alle 18.30 abbiamo gli ottavi di finale del gruppo B (le terze e le quarte dei 5 gironi si incontrano in un tabellone B), quindi abbiamo tempo di pranzare con calma e di andare a riposarci in stanza; c'è chi prova a dormire, c'è chi fa le parole crociate e chi gioca a carte, ma alla fine il divertimento è tanto.

Arrivata l'ora della partita, scopriamo che l'avversario è la squadra organizzatrice Amager, la paura è tanta, vogliamo continuare a giocare, se perdiamo abbiamo finito la competizione; partita in equilibrio e spesso a vantaggio nostro, ma alla fine abbiamo la meglio e vinciamo la prima partita, superfelici e appagati del tanto lavoro non possiamo fermarci, alle 20.00 abbiamo la sfida dei quarti di finale, contro la connazionale Fidenza, che si preannuncia una durissima sfida per i nostri ragazzi.

Purtroppo come previsto la quarta partita giornaliera ci ha portata ad un disfatta e quindi alla chiusura ufficiale della nostra avventura in Danimarca, tristezza e rabbia è sul volto di tutti noi, ma poco importa, abbiamo ancora tutto un giorno per fare i turisti.

Ultimo giorno, sveglia, colazione e ci rimbocchiamo le maniche, dobbiamo preparare le valige, sgonfiare i materassini, pulire e riordinare la classe che ci ha ospitato.

Abbiamo salutato i genitlissimi organizzatori dell'Amager Cup e siamo tornati in centro a Copenaghen per finire di visitare quello che ci eravamo persi il venerdì.

Prima meta, il palazzo del Parlamento, visitato l'interno e le rovine, non potevamo farci scappare questa occasione; panino veloce e dritti verso il Museo Nazionale a conoscere il passato della Danimarca. Ultima visita al suggestivo mercato coperto e poi con tanto dispiacere dobbiamo iniziare ad andare a verso l'aeroporto, partenza ore 20.45 arrivo previsto per le 23.00.

Atterrati in Italia, risaliamo sul nostro pullman e torniamo tristi ed addormentati a casa.

Sinceramente non ci aspettavamo di affrontare un'esperienza così, ci siamo immersi nella pallacanestro in un mondo totalmente diverso dal nostro, vivendo insieme per 72 ore e cercando di diventare un po' più grandi di quanto siamo.