La scheda di Francesco Manucra
Data di nascita: 21 ottobre 2009
Città: Rivergaro
Scuola: Liceo Respighi
Squadre: Under 17
Ruolo: Ala
La scheda di Antonio Manucra
Data di nascita: 2 ottobre 1973
Città: Reggio Calabria
Lavoro: Direttore Medicina e lungodegenza dell'ospedale di montagna
Squadra: Serie B Nazionale
Ruolo: Medico sociale
Una famiglia votata per la pallacanestro e per la Bakery. Se il giovane Francesco veste la casacca biancorossa della formazione Under 17, papà Antonio ne difende i colori rivestendo il delicato ruolo di medico sociale. A modo loro, danno un inestimabile contributo alla causa del club della presidente Caterina Zanardi. Questa è la storia dei Manucra.
Ciao Francesco, iniziamo col dire chi sei?
«Sono nato a Piacenza ma abito a Rivergaro. Passo molto tempo della mia giornata per lo più a Piacenza, sia per la scuola dato che frequento il liceo scientifico del Respighi, che ovviamente per lo sport che pratico».
Francesco, ma perché la pallacanestro?
«Ho iniziato a giocare a basket in prima elementare a Rivergaro, dopo che avevo provato molti altri sport come calcio e nuoto. Mi sono subito innamorato del basket, e quando entro in campo dimentico tutti i problemi e provo una forte sensazione di sollievo e adrenalina contemporaneamente».
Sentiamo anche papà Antonio, cosa ci dice a riguardo?
«Francesco ha fatto il nido e la materna a Travo, ma abitando a Rivergaro quando è stato tempo di scegliere la scuola elementare l'abbiamo iscritto a Rivergaro, appunto. Per fargli conoscere altri bambini però, gli abbiamo iniziato a far fare calcio. Non conosceva nessuno, e pensare che ancora oggi si sente con un ragazzo del nido, un'amicizia nata davvero da piccolissimi. Si vedeva, però, che il calcio non era il suo sport. In classe con lui c'era il figlio di Beppe Repetti, istruttore insieme a Rhita Mountassir, mamma di Zakaria El Agbani, al Riverbasket. Presi i contatti ha iniziato a giocare a basket e non ha mai più smesso».
Ma era già un appassionato di pallacanestro?
«In realtà no. La passione per la pallacanestro nasce grazie ai miei bambini, che adesso sono ragazzi. Non ho mai praticato questo sport, anche se mi aveva appassionato nei primi anni ‘90 la parentesi che aveva avuto la Viola Reggio Calabria, essendo originario del capoluogo calabrese. Però era una disciplina che guardavo con disinteresse, non mi aveva mai attirato. Poi hanno iniziato a giocare i ragazzi, prima Francesco e poi Marco che è il secondogenito, all’età di 6 e 4 anni e mezzo. E adesso il primo gioca nell'U17 della Bakery e l'altro nell'U14 del Podenzano. Il terzo invece, Matteo, fa calcio. Una volta che il basket ti prende è uno sport che non riesci più ad abbandonare».
Francesco torniamo a te: giocatore preferito e sogno nel cassetto?
«Il mio giocatore preferirono è Steph Curry, nonostante il mio stile di gioco non sia simile al suo. Mi affascina guardare le sue azioni e le partite. Come sogno nel cassetto, ovviamente, ho quello di diventare un grande giocatore e migliorare stagione dopo stagione».
E oltre alla pallacanestro, cos'altro ti piace fare?
«Nel tempo libero amo fare attività fisica sia a corpo libero che con l'utilizzo di pesi. Mi alleno spesso nella taverna o nel garage di casa mia, oppure, se il tempo lo permette vado a giocare al campetto del mio paese dove ci sono spesso molte persone che organizzano piccoli tornei o partitelle libere. Oltre al basket ho sempre avuto un occhio di riguardo per tutto ciò che riguarda l'informatica e la programmazione, motivo per il quale ho scelto come scuola superiore il liceo Respighi, che permette di avere una formazione specifica grazie ai sui laboratori di programmazione informatica. Cosa che mi piacerebbe molto fare da grande».
Torniamo da papà Antonio. Come si è ritrovato a fare il medico sociale?
«Questa è stata la sintesi tra il padre ed il tifoso, che voleva rendersi anche utile in qualche modo. Con lo stesso ruolo avevo avuto già una parentesi due anni fa con il Podebasket in Serie D, quindi non è stato un impatto del tutto nuovo anche se il livello è differente. Rappresenta una sfida, che sono contento di aver fatto perché ho conosciuto un sacco di ragazzi. E la cosa bella è proprio quella, che seppur alti due metri si tratta comunque di giovani, e quando ci si trova nel loro mondo ti accorgi che è variegato, affascinante, interessante. Un'esperienza sulla quale non ci avrei scommesso perché, il timore iniziale era quello di far coincidere gli impegni tra lavoro, famiglia e questo ruolo. Sono riuscito a far quadrare il tutto, e sono soddisfatto di questa scelta perché è arricchente sotto tutti i punti di vista».
A proposito di lavoro, ha da poco ricevuto un nuovo incarico?
«Dopo aver sostenuto il colloquio e aver superato la selezione, ho ricevuto l'incarico di Direttore operativo di unità complessa all'ospedale di Bobbio, struttura dove ho iniziato 21 anni fa la mia carriera lavorativa qui a Piacenza, e dove tutt'ora la svolgo. Rappresenta un'altra bella sfida, perché l'obiettivo è far coniugare ospedale e territorio, provando a capire se riusciremo ad abbattere quel muro che divide le due entità nell'ottica di avere una visione completa e univoca dell'assistito».
Un impegno, quello di abbracciare il territorio, che è anche alla base dell'impegno della Bakery!
«Esattamente, e il numero di iscrizioni per giovanili e minibasket ne è un esempio. Speriamo che i tesserati si possano aumentare per il prossimo anno. Quando si ha a che fare con il mondo dei giovani, e si ha la passione e la volontà di farli crescere, che sia la scuola, lo sport o qualsiasi aspetto della vita di tutti i giorni, può venir fuori solo qualcosa di positivo. E visto lo spessore della società non potrebbe essere altrimenti. Poi credo che lo sport di squadra abbia una marcia in più, perché nella vita quotidiana ti ritrovi ad affrontare tante sfide che, gestite in gruppo risultano essere più semplici da superare. Vieni allenato anche in questo».
La Bakery è una famiglia allargata, come ti trovi tu Francesco?
«Alla Bakery mi sono sempre trovato bene da quando sono arrivato, nel 2021, nonostante fosse un anno di blocco per le attività sportive a causa del Covid. Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei compagni di squadra e mi sono sempre divertito molto. Mi è un po' dispiaciuto il fatto che parte dei miei compagni siano in un'altra squadra dalla scorsa stagione, ma abbiamo comunque ottimi rapporti e inoltre è stata un'occasione per conoscere nuovi compagni».
Ufficio Stampa
Bakery Basket Piacenza
Giovanni Bocciero
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