«La mia sensazione è che nella serie contro Omegna abbiamo buttato via una grande opportunità.
Potevamo passare il turno e poi giocarci contro Orzinuovi l’accesso alle Finali di Montecatini.
Accetto comunque la sconfitta in maniera più serena rispetto alla passata stagione, Omegna ha meritato, però noi potevamo fare dinpiù, anche perchè l’avversario non era al top».
Marco Beccari e il sogno serie A2 costretto ancora una volta ad essere rimandato. Rimandato alla prossima stagione. Già, perchè il presidente del Bakery è pronto a rilanciare una volta ancora. Prima, però, un doveroso passo indietro, a quel che è stato.
Dove sta il grande rammarico nella serie con Omegna?
«Direi soprattutto in Gara 1, anche considerato che Gara 2 non l’abbiamo praticamente giocata. Ma anche in Gara 5 potevamo spuntarla. Il problema è che in generale è mancato lo spirito di battaglia, non siamo riusciti ad imporre all’avversario la nostra convinzione. Ho imparato che in questa categoria, oltre alla tecnica, serve anche tanto ardore agonistico. Vai in serie A2 se alla qualità abbini un notevole spirito battagliero. A giochi fatti, dico che non rifarei la stessa squadra che ha finito il suo cammino ad Omegna. Se vuoi vincere un campionato, devi importi di allenare la tensione. Adesso, a stagione finita, abbiamo scoperto che noi la tensione non l’abbiamo allenata bene. Non a caso, tutti gli scontri diretti in trasferta con le dirette concorrenti sono stati persi».
Il futuro è già qui. Il dato oggettivo è che nessuno è più sotto contratto. Il primo punto è la conferma o meno di Furio Steffè. Resterà l’allenatore del Bakery?
«Ci sto riflettendo. Questa è la prima decisione da prendere. Per il resto, per la costruzione del nuovo roster farò scelte precise e mirate in base alle convinzioni che ho maturato negli ultimi tempi».
Giocatori bravi, sì. Ma per giocare nel nuovo Bakery non basterà.
Si sussurra di un Beccari accostato a Imola e a una serie A2 da godere subito. Soltanto voci sotto l’ombrellone?
«Non prendo in considerazione discorsi diversi da quelli riguardanti Piacenza. Il mio progetto riguarda esclusivamente la mia città. Mi appresto a cominciare la mia settima stagione da presidente.
Ho imparato tanto in questo viaggio. E ogni anno sono ripartito dai miei errori, provando a crescere e a migliorare. Credo che di strada ne sia stata fatta parecchia, in ogni direzione, a cominciare dal
settore giovanile, per proseguire con un seguito di pubblico sempre più robusto e convinto. In questa stagione abbiamo perso tutti i confronti diretta fuori casa e, quindi, significa che qualche limite lo avevamo. L’altra faccia della medaglia è che in casa, anche contro le squadre più forti, abbiamo quasi sempre vinto, pure per merito di un Palasport splendido a sostenere la squadra. Il seguito in trasferta è stato sempre più corposo. Questo significa che sta nascendo qualcosa d’importante. Nei prossimi mesi siamo pronti a sviluppare ulteriormente questa strada».
A pelle, si va verso un radicale cambiamento, forse addirittura un’autentica rivoluzione del roster. Nomi? Troppo presto. La prima scelta riguarderà l’allenatore. Steffè sì, Steffè no? Poi, a cascata, roster e staff tecnico.
Beccari, a cosa ci si aggrappa in questi momenti di delusione mista a profonda riflessione? «Ci si aggrappa a un progetto che tutti hanno capito essere serio. In città e in provincia adesso tutti ci conoscono, la gente ha capito che qui si fanno le cose con occhio ambizioso. E lo stesso discorso vale in giro per l’Italia. Tutti gli addetti ai lavori sanno che, se vengono a Piacenza, vedranno i loro soldi fino all’ultimo euro, operando in un contesto con strategie chiare e a lungo termine. Accetto le sconfitte, che fanno pur sempre parte dello sport, in un disegno di grandi obiettivi come quello di portare il Bakery in A2».
Carlo Danani su Libertà 06/06/2017