Dal cuore del PalaBakery di Piacenza, nasce Spogliatoio Biancorosso. Un’intervista fra campo, aneddoti e curiosità personali ai protagonisti di Bakery Piacenza, direttamente fra le panche dello spogliatoio di coach Giorgio Salvemini.
Ospite del secondo episodio, Alessandro Dore, il classe 2006 capace di stupire il pubblico di Piacenza già dalle prime gare in maglia Bakery. Ma dietro alla cucina della sua Sardegna, all’infinita collezione di scarpe da gioco e non e all’esordio da giovanissimo in Serie A con la maglia della Dinamo Sassari, c’è una bella storia di resilienza e di riscatto dopo i gravi infortuni subiti.
Qui alcuni dei passaggi chiave della puntata:
Convivere con le aspettative - “Se ci sono delle aspettative, significa che hai già iniziato un percorso positivo sul campo. Sono arrivato in un gruppo giovane e ci sono tanti giocatori pronti ad aiutarmi. Ho scelto Piacenza per trovare spazio, ‘farmi le ossa’ e crescere nel modo giusto”
Sogni per il futuro nel basket - “Il mio obiettivo è arrivare più in alto possibile. Ogni giorno lavoro duro e cerco di migliorare. Questa stagione è un primo passo importante per capire quali possono essere le mie prospettive in Serie B e nel basket in generale”
Senior o junior? – “Mi sento ancora fra i giovani e non solo perché gioco anche nell’Under 19 Gold. Ho legato molto con Lombardi, Beccari e Villa, ma con tutti i ragazzi si respira un ambiente positivo e prima squadra e giovanili sono collegate in modo naturale”
Cucina sarda vs emiliana – “Mi sono adattato bene anche in quel senso! Non ci sarà il porceddu come nella mia Sardegna, ma sono un grande fan dei salumi e non posso certo dire che qui si mangi male”
Scarpe e idoli – “Per ora, a Piacenza ho portato poche paia della mia collezione. In campo indosso le Nike Kobe 6, perfette per estetica e comodità. Kobe Bryant è stato uno dei miei idoli, da lui ho cercato di apprendere l’etica del lavoro anche nei momenti difficili, come quelli dei miei gravi infortuni”
Modelli nel basket di oggi – “Fra i giocatori attuali, stimo molto Mike James e Jalen Brunson. A livello italiano, dico invece il mio ex compagno Alessandro Cappelletti. È sempre in controllo di quello che fa e mi ha aiutato tanto quando ho condiviso con lui lo spogliatoio a Sassari”
Se non fossi stato un cestista…“mi sarebbe piaciuto restare nel mondo dello sport con un’altra veste. Ho iniziato a studiare economia e management e questo potrebbe aprire ad una strada diversa, magari ancora nel basket, anche se non ogni giorno in palestra”