Marco Beccari ha perso la pazienza. Lo ha fatto in maniera definitiva mercoledì sera, dopo la terza, netta sconfitta consecutiva del suo Bakery, stavolta davanti a Omegna. Fulmineo riassunto delle puntate precedenti: la squadra disputa un girone d’andata col cuore in mano, perdendo tanto, ma riuscendo a riempire di gente il Palasport e a fornire costanti segnali di vita. Poi, ai primi di gennaio, ecco l’arrivo di Becirovic e Zizic, due top player per uscire dalle secche della bassa classifica. Il campo parla invece di tre pesanti ko, col crollo della competitività di una squadra oggi irriconoscibile. «Siamo al paradosso – attacca il presidente del Bakery – Facciamo un ulteriore sforzo per puntellare il nostro progetto e le cose vanno addirittura peggio. La mia pazienza finisce qui, anche perchè basta dare un’occhiata alla classifica per rendersi conto di come siamo messi». Nemmeno una ventina di giorni fa, Beccari presentava i nuovi gioielli del Bakery: sembrano passati anni luce. «Mai mi sarei immaginato di trovarmi in una situazione del genere, soprattutto a distanza di neanche tre settimane. Certo, avevamo messo in conto un certo numero di partite di assestamento, ma da qui a perdere netto e senza quasi lottare ce ne corre». Beccari è un fiume in piena: «Abbiamo sempre detto e ripetuto che Becirovic e Zizic ci potrebbero dare una grossa mano. Ma anche noi dobbiamo fare lo stesso, mettendoli nelle condizioni di rendere al meglio perchè, pur essendo ottimi giocatori, non possono certo essere i salvatori della patria». Matera, Imola, Omegna: «Tre partite perse nel peggior modo possibile. Azzeriamo subito e riportiamo dalla partita di stasera con Ferrara. Perchè il tempo comincia a stringere. E’ il momento di reagire da squadra vera». Stringendo il cerchio, Beccari fa capire cosa non digerisce: «Piacenza è una piazza ideale per fare basket. La nostra società non ha un solo euro di debito nei confronti di nessuno, i giocatori non hanno alcuna pressione nè dal pubblico nè dai media. La gente li sostiene, li incoraggia. Nella partita contro Imola c’erano più di mille persone per la squadra ultima in classifica: cosa vogliono di più? ». Insomma, giocatori nel mirino. Giocatori che, dopo un girone d’andata giocato al massimo dell’intensità, adesso sembrano la copia sbiadita dei leoni che la gente ha sempre applaudito fino al 3 gennaio, giorno della vittoria sulla capolista Treviglio. «Cosa sia successo non lo so – riprende Beccari – probabilmente nessuno nel nostro ambiente lo ha ancora scoperto, altrimenti ci avremmo messo un freno». E Coppeta? Beccari puntualizza: «Con Claudio ho fatto un percorso importante in questi anni. Mi sento di dirgli una cosa sola: faccia scelte coraggiose, senza tante remore». Alle 21 al Palasport la sfida è con Ferrara, quintetto che punta in alto, reduce dal colpaccio di mercoledì ad Imola. «Conta poco l’avversario – riprende Beccari – Abbiamo dimostrato che quando tiriamo fuori il meglio di noi stessi siamo in grado di giocarcela contro chiunque. Fondamentale stasera ritrovare l’agonismo perduto e tornare a sputare sangue, perchè siamo finiti in un imbuto e adesso tutti insieme dobbiamo tirarci fuori. Il problema è che, da tre partite a questa parte, alle prime difficoltà smettiamo di lottare, perdiamo la pazienza di cercare le soluzioni per vincere la partita. No, questa non è la mia squadra. E l’allenatore deve trovare al più presto il modo di far reagire i giocatori». «Soprattutto in questo momento – conclude Beccari – abbiamo bisogno di gente disposta a tirarsi su le maniche, non certo a sprecare energie a protestare con gli arbitri o a farsi fischiare falli tecnici. Nulla è compromesso, ma le occasioni di risalita si stanno assottigliando e adesso mi aspetto una risposta compatta da parte di tutti, nessuno escluso». Carlo Danani, Libertà