S. ZAMBONI (All. U19)
Un epilogo di stagione amaro, dovuto alla sconfitta in finale contro Persiceto…
Siamo arrivati fino in fondo e questo per noi contava già tanto. Le finali le può perdere solo chi le gioca e i miei ragazzi devono essere comunque orgogliosi del lavoro svolto. Ovviamente l’amarezza per come è andata la partita contro Persiceto rimane, ma col passare dei giorni in me è sempre maggiore l’orgoglio per come siamo stati in campo durante la stagione e per il basket che abbiamo giocato.
Cosa hai detto alla squadra dopo la sirena?
Li ho ringraziati per la stagione prima di tutto e ho fatto loro un’ultima richiesta prima di congedarci con l’urlo finale.
Quale, se si può sapere?
Di stare in silenzio qualche secondo ad ascoltare i nostri avversari che stavano festeggiando e urlando di gioia nello spogliatoio vicino. Ho detto loro di ascoltare e ricordare, per poi tramutare tutto in nuova motivazione per continuare a lavorare, sempre più forte e con ancora più determinazione.
Cosa sarebbe servito per vincere il titolo regionale?
Nella Finale a S.Ilario, solo un mese prima, avevamo battuto Persiceto con una partita ad alta intensità, sorprendendoli col nostro pressing e a turno ognuno dei nostri aveva portato un mattoncino con una giocata difensiva o offensiva, che ci aveva permesso di rimanere punto a punto prima e di vincere poi. A Bologna invece non siamo riusciti a replicare quella intensità e troppi dei nostri si sono eclissati nel momento chiave della partita, tra secondo e terzo periodo. Poi ovviamente ci sono i grandi meriti di Persiceto, che ha attaccato con grande precisione e consapevolezza il nostro pressing e tirato con alte percentuali da fuori, ributtandoci indietro ogni volta che accorciavamo il divario.
Hai qualche rammarico?
No, sembra una frase fatta, ma la rigiocherei nello stesso modo. L’unico rimpianto vero che ho è non aver avuto l’accortezza di dare minuti a Stefano Sebastiani, che per impegno, dedizione e voglia di migliorarsi non è secondo a nessuno, oltre che essere il nostro capitano. Durante le partite si fanno scelte e si prendono decisioni immediate, anche in base all’andamento e non sempre si fanno quelle giuste.
Stagione chiusa quindi e ci si rivede a settembre?
Daremo una settimana di pausa, poi svolgeremo alcuni allenamenti, utili soprattutto per parlare singolarmente ai ragazzi, consigliare loro il tipo di lavoro tecnico e fisico da svolgere durante l’estate.
Ripartiamo dall’inizio: la squadra si raduna a settembre e…?
E ci siamo trovati con due giocatori nuovi, Mazzocchi e Speronello, che però con l’impegno della prima squadra non abbiamo praticamente mai avuto, insieme a Ziotti, almeno all’inizio della stagione. Questo ha rallentato il processo di formazione del gruppo e della sua identità, che prendeva una sua fisionomia in allenamento, ma che è stata spesso stravolta sin dalle prime amichevoli e partite.
Avete trovato difficoltà ad assemblare la squadra?
Inizialmente trovare un’armonia di squadra non è stato facile, proprio perché non allenarsi insieme è un limite: non ci si conosce, non si è mai giocato insieme e spesso non ci si capisce. Trovare la quadratura non è stato facile. In questo devo ringraziare Aldo Testi, che ha condiviso con me tante ore in palestra ad allenare il gruppo Under 19, ma anche tante ore al telefono a scambiarsi pareri e discutere sulle possibili soluzioni ai problemi che una lunga stagione inevitabilmente pone.
Quale è stato il momento più difficile della stagione?
Senza ombra di dubbio la rimonta che abbiamo subìto a Castelnovo Monti nel quarto di finale del primo raggruppamento. Eravamo in vantaggio di 20 punti e in pochi minuti abbiamo preso un parziale che ci ha portati addirittura ad un possesso dalla sconfitta. Sarebbe stato clamoroso. Ero davvero scosso da quella rimonta subìta, perché arrivò senza una minima reazione dei miei, quasi con rassegnazione.
E il più esaltante?
Ci sono stati tanti momenti esaltanti, tante belle vittorie. Sicuramente la mia maggior soddisfazione sta nei miglioramenti che giorno dopo giorno ho visto in questi ragazzi, sia tecnici che di mentalità. Abbiamo avuto una metamorfosi sia tecnica che di attitudine nello stare in palestra, dall’inizio di Aprile in poi. La normale conseguenza di tutto ciò, è stato il livello di gioco che abbiamo raggiunto. Credo che il Memorial Malagoli di Novellara, a cui abbiamo partecipato nella pausa di Pasqua, dove in tre giorni consecutivi abbiamo affrontato Novellara, Verona e Pallacanestro Reggiana, ci abbia fatto svoltare. Affrontare squadre di un livello superiore rispetto al nostro, ci ha fatto capire il tipo di basket che dovevamo giocare.
Che prospettiva ha questo gruppo?
Il gruppo è quasi tutto classe 1996, salvo Speronello e Mazzocchi che essendo del ’95 sono in uscita dal mondo delle giovanili. Possiamo dire di aver affrontato il campionato “sotto età”, inserendo in modo importante anche dei ragazzi del ’97, che erano fissi nei nostri allenamenti e giocavano poi negli Under 17. La squadra possiede già una sua identità quindi. La prospettiva di questo gruppo è fare tesoro degli insegnamenti di questa stagione e riprendere la prossima limando ancora di più i loro difetti e cercare di migliorarsi divertendosi, come fatto quest’anno.
G. COPPETA (All. U17)
Partiamo dalla fine, una final four conclusa con un quarto posto. Rimpianti?
Quando si arriva quarti ad una finale regionale i rimpianti ci devono essere, soprattutto quando perdi una semifinale di 1 punto sapendo di non aver dato il 100%, ma non possiamo valutare un'intera stagione da 2 partite, che sinceramente non sono lo specchio di quello che abbiamo fatto nell'anno.
Stagione chiusa quindi e ci si rivede a settembre?
Stagione chiusa, abbiamo svolto ieri il nostro ultimo allenamento e ora ci dedichiamo al meritato riposo; i ragazzi avranno dei "compiti estivi" a livello sia fisico che tecnico e molti di loro saranno impegnati in camp estivi dedicati alla crescita personale.
Ripartiamo dall’inizio: la squadra si raduna a settembre e che sensazioni hai avuto?
La squadra si raduna a settembre e già da subito ci poniamo un obiettivo molto alto, ossia ai ragazzi abbiamo chiesto di "vincere", abituandosi alle partite difficili ed a cercare di arrivare a giocare il più alto numero di gare; sinceramente in un primo momento in pochi avrebbero scommesso su questa squadra e soprattutto sul percorso di crescita che la squadra avrebbe potuto avere durante la stagione; per fortuna e con grande determinazione i ragazzi hanno fin da subito inquadrato l'obiettivo e cercato in tutti i modi di raggiungerlo, crescendo allenamento dopo allenamento.
Avete trovato difficoltà ad assemblare la squadra?
Questa è stata forse la difficoltà più grande, purtroppo noi siamo solo al secondo anno nel nostro percorso e ci siamo trovati con un gruppo molto diverso da quello dello scorso anno, abbiamo perso diversi giocatori ma ne abbiamo recuperati altrettanti anche grazie al lavoro svolto nella passata stagione che ci ha portato ad avere diverse richieste di ragazzi che volevano unirsi a noi. Da li siamo partiti ed abbiamo conquistato un obiettivo veramente importante, reso possibile anche grazie al forte appoggio delle famiglie che si sono rese disponibili e partecipi a tutte le iniziative, orari strani degli allenamenti e sono riuscite a creare un solido gruppo che ha sostenuto la squadra fino alla fine.
Quale è stato il momento più difficile della stagione?
L’approccio del campionato dato che siamo partiti con la sconfitta in casa della Sampolese, ed è sempre contro di loro che abbiamo preso la mazzata più grossa nella finale interprovinciale emiliana, perdendo di 2 punti dopo una partita molto equilibrata. Siamo stati bravi dopo un primo momento di sbandamento a rialzare la testa per affrontare il proseguo del cammino con la giusta convinzione e la giusta determinazione.
E il più esaltante?
Per nostra fortuna quest'anno abbiamo avuto molti momenti felici, ovviamente ognuno dei 3 derby vinti (di cui uno al supplementare) sono motivo di grande gioia, le partite contro San Marino entrambe vinte di 2 che ci hanno permesso di approdare alle finali regionali, la vittoria in casa di Sampolese nel girone orologio che ci ha permesso di arrivare primi in campionato; quindi posso solo ringraziare questi fantastici ragazzi per le grandi emozioni che ci hanno dato, ma soprattutto ringraziare anche il mio assistente Andrea Fanaletti, che nel momento del bisogno si è fatto trovare pronto e paziente.
Che prospettiva ha questo gruppo?
Le prospettive sono molte buone, anche perchè il gruppo era composto dalla maggior parte da ragazzi di classe '98 che saranno ancora protagonisti del prossimo campionato U17. Durante tutto l'anno oltre alla crescita tecnica abbiamo visto anche un'importante crescita fisica, che su molti dei ragazzi non è ancora conclusa, quindi siamo pronti e carichi per il prossimo anno.