Dall’alto dei suoi 60 anni compiuti a febbraio, da qualche mese Dante Anconetani frequenta la stanza dei bottoni del Bakery. Lo fa con gran soddisfazione, convinto che Piacenza rappresenti la terra ideale per esaltare competenze cestistiche maturate in una vita in cui il basket ha sempre difeso un ruolo importante nel suo cuore. «Io devo sempre lottare per vincere, ma non sempre devo vincere» è il motto del general manager della Pallacanestro Piacentina. Lui, partito dall’Abruzzo e stella nascente del basket italiano: il brivido caldo di un argento agli Europei Cadetti è stato il flash che gli ha indicato di essere sulla strada giusta. Il giovane Anconetani arrivò dritto in finale, insieme,tra gli altri, a Vecchiato e a Villalta, fermati soltanto dalla Jugoslavia di Kikanovic. Quella strada giusta lo portò poi a soli 18 anni in serie A, in un Torino dove c’erano due come Sacchetti e Caglieris. Da lì, ecco pronte per super Dante, playmaker dal cervello fino, le canotte di Saclà Torino, Fernet Tonic Bologna, Annabella Pavia, scandendo una carriera bella bellissima, traccia ricca e piena di significati per qualsiasi bimbo che sogna in ogni minuto d’infilare questa grossa arancia nel cesto là in alto. Oggi Anconetani, dopo aver provato il brivido di essere presidente della Fortitudo, è il metronomo del Bakery, il braccio armato del presidente Beccari, l’uomo dell’ottimizzazione delle risorse.

«Risorse, a proposito – spiega Dante – Tante sono quelle che Beccari ci mette a disposizione ogni giorno. Il nostro presidente è un tesoro per la pallacanestro. La mia speranza è che tutti, proprio tutti, se ne accorgano. Marco a Piacenza ha lanciato un progetto molto interessante, che sta crescendo in fretta e con risultati incoraggianti. Uno come lui mancava a Bologna, ma non voglio rubarlo alla sua città, dove, se sarà sostenuto, potrà fare grandi cose». L’iceberg del progetto è una prima squadra che ha ingranato fin dall’alba della stagione.

«Il gruppo è determinante per andare da qualche parte. E il nostro è davvero eccellente. Nulla accade per caso. Così, ad esempio sabato la squadra è uscita da una situazione molto complicata nella partita contro Livorno perchè ha fondamenta solide, non ci sono invidie nè gelosie. Anche a Cecina, sul campo della capolista, avevamo avuto una reazione altrettanto eccellente, poi i toscani sono stati un filo più bravi, ma questo nulla deve togliere ai meriti dei nostri giocatori».

Anconetani è il capitano dell’altra squadra, quella che gioca dietro la scrivania:

«Beccari ha il gran pregio di trasmettere entusiasmo ai suoi collaboratori. Non si vince solo sul campo, il contorno non è meno importante».

Ancora sul campo: Bakery terza forza del girone senza uno dei suoi leader,Dordei, quasi pronto per il rientro dall’infortunio. Al primo dicembre ce n’è a sufficienza per sperare in qualcosa di veramente bello in primavera.

«Ci crediamo molto. Crediamo che si possa essere protagonisti fino in fondo. Col rientro di Dordei possiamo diventare la squadra da battere. L’entusiasmo e le capacità di Beccari possono permettere a Piacenza di tornare in serie A. E di metterci le radici».

Carlo Danani per Libertà